domenica 6 febbraio 2011

Era estate.


Una giornata come le altre dove mi ritrovavo a lasciarmi cullare dalle onde.
Sembrava un eterno attimo di pace.La mia mente si staccava dal mondo circostante, il mio corpo galleggiava, come se fosse provo di vita nell'acqua.Il sole riscaldava la mia pelle, facendole comparire piccoli brividi quando le onde la sfioravano.Tutto era cosi bello, calmo, privo di qualcosa che potesse rompere questa pace.Mi lasciai andare.Ad un tratto capii che stava per succedere qualcosa.
L'acqua divenne improvvisamente un turbinio di schiuma bianca, le mie braccia arrancavano faticosamente per trovare una via d'uscita.
Sentivo la pressione spingere sul mio petto, impedendomi di respirare.
Quando realizzai che non ci sarei uscito vivo, mi resi conto che inconsciamente era questo che cercavo.Seppur fosse una normale "nuotata", ad un tratto diventò una specie di suicidio.
Quel voler spegnere tutti i sensi e lasciarsi trasportare dalla corrente, sarebbe potuto succedere per sempre.In quel caso avrei finito per essere un pezzo di carne esanime, sospinto oppure tirato giù dal mare.Ma fu il mio cuore a salvarmi o meglio, il suo pensiero."Non potevo andarmene via così, in quel modo così stupido e senza senso."
Trovai la forza di risalire, presi fiato e tornai nel mondo.
Quando i raggi del sole mi accecarono, non ero mai stato più felice di quel calore, che fino a poco tempo fa era stato troppo forte da poterlo sopportare.

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